Adolescenti e universitari:
il coaching con PNL, si focalizza sul miglioramento delle funzioni esecutive della corteccia prefrontale, essendo la parte del cervello affetta nelle persone con ADHD, giacché si tratta di un disturbo a livello biochimico che porta ad delle deficienze nelle funzioni esecutive tali come memoria di lavoro, gestione del tempo e l’organizzazione che facilitano l’apprendimento e la gestione della condotta.
Bambini: 8-12 anni
Il coaching si presenta sotto forma di gioco che porta alla riflessione così come allo stabilimento di mete e strategie per il conseguimento di esse.
Adulti:
il coaching con PNL, si focalizza sul miglioramento delle funzioni esecutive della corteccia prefrontale, essendo la parte del cervello affetta nelle persone con ADHD, giacché si tratta di un disturbo a livello biochimico che porta ad delle deficienze nelle funzioni esecutive tali come memoria di lavoro, gestione del tempo e l’organizzazione. I problemi che possono avere gli adulti con ADHD riguardano la performance nel lavoro, la gestione del tempo e delle responsabilità quotidiane, problemi relazionali nel lavoro e nella vita sociale e famigliare, così come l’intercomunicazione.
INTERVENTO PSICOPEDAGOGICO ADHD E CORMOBILITÀ ASSOCIATE.
I primi a menzionare il coaching come supporto effettivo per le persone con ADHD furono gli psichiatri Edward Hallowell e John Ratey nella loro publicazione Driven to Distraction, pubblicata nel 1994, dove menzionano, appunto, che l’obiettivo del coach è quello di aiutare il paziente a lasciare da parte le abitudini che possano essere dannose e sostituirle da altre abitudini che facilitino il compiere degli obblighi e il raggiungimento delle mete. Questo suggerimento si materializzò nell’anno 2002 presso il documento “The ADDA Guiding Principless for Coaching Individuals with Attention Deficit Disorder” la cui autrice principale è Nancy Ratey, considerata pioniera nello sviluppo e difussione nel coaching per ADHD negli Stati Uniti di America.
Con il Potenziamento Cognitivo si cerca di migliorare le funzioni esecutive attraverso l’esercitazione andando a potenziare le aree deficitarie.
Metodologia: software e metodologia tradizionale con schede fisiche.
Educazione emotiva:
L’obiettivo dell’intervento con educazione emotiva è quello di migliorare le relazioni sociali dei bambini con ADHD.
Metodologia: modifica della condotta attraverso il coaching con programazione neurolinguística, training comunicativo, autocontrollo dell’ira e rilassamento, problem solving e strategie di affrontamento.
Rendimento accademico:
L’inattenzione, sintomo dell’ADHD influisce negativamente sul rendimento accademico, così come l’iperattività e l’impulsività, perciò, si andrà a lavorare sull’acquisizione della comprensione, dell’espressione orale, lettura, scrittura, ragionamento e abilità matematiche.
Universo Pedagogico
Dott.ssa Sarah Fenna Mohamed Ahmed